Recensione: Berlin. I fuochi di Tegel di Fabio Geda e Marco Magnone

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Sanny90,

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Trama:

È l’aprile 1978: sono passati tre anni da quando un misterioso virus ha decimato uno dopo l’altro tutti gli adulti di Berlino. In una città spettrale e decadente, gli unici superstiti sono i ragazzi e le ragazze divisi in gruppi rivali, che ogni giorno lottano per sopravvivere con un’unica certezza: dopo i sedici anni, quando meno se lo aspettano, il virus ucciderà anche loro. Tutto cambia quando qualcuno rapisce il piccolo Theo e lo porta via dall’isola dove viveva con Christa e le ragazze dell’Havel. Per salvare il bambino, Christa ha bisogno dell’aiuto di Jakob e dei suoi compagni di Gropiusstadt: insieme dovranno attraversare una Berlino fantasma fino all’aeroporto di Tegel, covo del più violento gruppo della città. Là, i fuochi che salgono nella notte confondono le luci con le ombre, il bene con il male, la vita con la morte. E quando sorgerà l’alba del nuovo giorno, Jakob e Christa non saranno più gli stessi.

La mia Recensione:

Il romanzo di cui vi parlo oggi è Berlin. I fuochi di Tegel di Fabio Geda e Marco Magnone, progetto firmato a quattro mani,  si tratta del primo capitolo della saga, suddiviso in sette volumi che Mondadori publicherà nell’arco di tre anni! Qui trovate il link con il sito ufficiale!  Ringrazio Piemme Edizioni per la copia!!!

Quando entriamo nella storia di Berlin ci rendiamo conto che il nostro tempo non è mai esistito…. il mondo come lo conosciamo si è fermato nel 1975! Un virus ha spazzato via gli adulti, lasciando bambini e adolescenti senza una guida, completamente soli… La vicenda ha inizio circa tre anni dopo la catastrofe e ci viene presentato come questi ragazzi si sono riorganizzati! I gruppi sparsi per la città sono cinque: Gropiusstad, Havel, Reichstag, Tegel, Zoo. Ogni gruppo ha un suo capo che lo dirige. Tra loro spesso non corre buon sangue e finiscono spesso per scontrarsi, in questo caso il gruppo di Tegel ha rapito un bambino delle ragazze dell’Havel, ed ha così inizio la nostra storia…

Ognuno di noi quando era bambino ha desiderato almeno una volta essere libero di fare quello che  vuole senza che un adulto ti rimproveri o ti imponga quello che è giusto o sbagliato… in questo romanzo ho avuto modo di tornare indietro nel tempo e di immaginare questa eventualità! Questi ragazzi non solo devono sopravvivere agli stenti del freddo e della fame ma vivono con la paura giornaliera che presto o tardi periranno a causa del virus! Nonostante tutto vanno avanti con coraggio, difendendosi dalle intemperie e dagli animali e dagli altri gruppi… perchè, sì , nell’animo umano, pur essendo dei ragazzini, c’è sempre qualcosa di cattivo ed autodistruttivo in se!

“I primi sei mesi successivi al contagio, senza gli adulti a governare, quando branchi di ragazzini alla deriva si stavano spartendo la città, quando c’era chi sceglieva di scavalcare il Muro in cerca di salvezza, quando c’erano ancora riserve di cibo da rubare, negozi da saccheggiare, allora sì, gli scontri erano stati numerosi e violenti.”

Man mano che la lettura va avanti ci sono diversi flashback che ci fanno conoscere i protagonisti nella loro vita di “prima”  e che ci mostrano i primi mesi con il virus… in questo volume non ci viene spiegata la sua origine, nè ci viene spiegato cosa ne è stato del resto del mondo, a parte Berlino Ovest.

Crhrista e suo padre costeggiarono il Grunewald, il bosco che si estende lungo la riva orientale dell’Havel, e in pochi minuti arrivarono al Mommsenstadion, lo stadio del TeBe, la squadra per cui nutrivano una passione che Christa paragonava solo a quella per il violino.”

Lo considero come un romanzo di presentazione nella quale ha aperto in me diverse domande! Pur essendo un romanzo per ragazzi mi ha piacevolmente colpito e  spero che i Sequel arrivino presto!!! Essendo nel periodo natalizio, consiglio questo romanzo anche come un’idea regalo, soprattutto per quei ragazzi che si sono avvicinati da poco alla lettura!

Voto:

9/10

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